Ho osservato spesso Pixel 4 XL chiedendomi cosa stesse pensando di fare, quali calcoli l’Intelligenza Artificiale stesse facendo ed è una cosa che non mi è mai capitata. Tra me ed il mio smartphone si è creata una connessione, lui si è reso utile per me senza imporsi, lo ha fatto con garbo e rispetto. Mi ha anche detto quando fosse il momento di posarlo, perché Pixel 4 XL non vuole creare dipendenza, vuole aiutarci.

Perdonate l’auto citazione alla recensione di Google Pixel 4 XL ma era necessaria per mettere l’accento su cosa sta facendo Google con le sue tecnologie. Perché tutti vedono quanto sia bello Android ma in pochi vanno oltre.

La grande promessa della tecnologia è dare a tutti la stessa possibilità di raggiungere i propri obiettivi. Fino a quando ci saranno degli ostacoli per qualcuno, il nostro lavoro non potrà dirsi finito.

Sundar Pichai, CEO di Google

Le parole di Pichai non restano tali, oggi più che mai, Google attraverso gli smartphone Pixel 4, attraverso Assistant e un’enorme mole di servizi, sta creando un mondo digitale migliore volto all’accessibilità. Provando Pixel 4 Xl avevo già intravisto tracce di un nuovo ecosistema volto al superamenti di spiacevoli ostacoli:

La gestione dell’accessibilità si arricchisce ancora con i sottotitoli live integrati in Android 10 e il supporto agli apparecchi aucustici sfruttando il Bluetooth Low Energy per estendere la durata della batteria di questi apparecchi fino ad una intera settimana.

Estratto dalla recensione di Google Pixel 4 XL

Le tecnologie accessibili vengono in aiuto di chi ha una disabilità: i sottotitoli, per esempio, permettono ai 466 milioni di persone nel mondo che hanno subito una perdita dell’udito di fruire dei contenuti audiovisivi con maggiore autonomia.

Si tende a pensare che le disabilità riguardino un numero ristretto di persone. Ma secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si tratta del 15 percento della popolazione mondiale, cioè oltre un miliardo di persone. E se infine consideriamo l’effetto che ha una disabilità sul gruppo allargato di familiari e amici, ci rendiamo conto che questa condizione riguarda tutti.

È proprio per aiutare suo fratello Giovanni che Lorenzo Caggioni (Accessibility Engineer di Google) ha realizzato DIVA: un dispositivo che permette di interagire con l’Assistente Google senza dover usare la voce. Grazie a DIVA, Giovanni (che non vede, non parla) può accedere alla sua musica e ai suoi film preferiti con maggiore autonomia. E come Giovanni, molte altre persone potranno fruire di questa tecnologia semplice e inclusiva.

Troppo spesso utilizziamo la tecnologia con sufficienza, senza pensare a ciò che c’è dietro. Chiaramente il mercato consumer non riesce a dare spazio ad iniziative del genere ma qualcosa sta cambiando, l’approccio alla tecnologia deve essere sempre più sano e votato al benessere.

Per dirne una, se Google con Pixel 4 XL e Motion Sense enfatizzato da Project Soli potrebbe risultare una funzione poco utile, per qualcuno potrebbe non esserlo. Per qualcuno, la tecnologia di partenza di oggi, potrebbe essere un grande aiuto domani. Come quando tempo fa vi divertivate a far dire ad Assistant una barzelletta, oggi Assistant è in grado di far esprimere al meglio Giovanni.


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