Nonostante il primo processore Apple quad-core sia arrivato con considerevole ritardo nei confronti della concorrenza, in generale le CPU Apple se la sono sempre cavata piuttosto bene contro le soluzioni hexa-core, octa-core e deca-core delle rivali Qualcomm, Samsung e MediaTek. In particolare l’ultimo arrivato di casa Apple, ovvero il chip A10 Fusion utilizzato sui nuovi iPhone 7 e iPhone 7 Plus, ha stupito tutti per le sue eccellenti performance. Ma quale è il suo segreto?

Linley Gwennap di The Linley Group ha analizzato il chip per provare a dare una risposta a questo quesito. “L’investimento di Apple nelle CPU custom continua a ripagare gli sforzi dell’azienda” ha spiegato Gwennap. “I nuovi iPhone 7 offrono prestazioni superiori a qualunque flagship attualmente presente sul mercato e miglior rispetto a qualche computer di fascia bassa”. Stando ai test condotti da Gwennap, Apple A10 è sensibilmente più veloce rispetto a Qualcomm Snapdragon 820, Samsung Exynos 8890 e HiSilicon Kirin 955 (anche se va detto, per dovere di cronaca, che il nuovo Kirin 960 di HiSilicon è già in grado di superare Apple A10 in alcuni benchmark, come evidenziato dai risultati presentati da HiSilicon in occasione della presentazione del nuovo SoC).

“La nuova CPU di Apple andrebbe comparato con i processori Intel x86 mainstream” nota ancora Gwennap, il quale ritiene che le prestazioni di A10 sarebbero comparabili ai processori Intel Skylake più economici grazie alla sua architettura Hurricane. In questo senso, Apple potrebbe persino cominciare a impensierire Intel: Gwennap ritiene infatti che gli attuali MacBook Air, che fanno per l’appunto uso di CPU Intel low-end, potrebbero benissimo utilizzare i chip Hurricane di Apple.

Il quad-core Apple A10 è formato da due core Hurricane, che si occupano di gestire i carichi maggiori, e da due core Zephyr a basso consumo, i quali, al contrario, eseguono i compiti meno impegnativi nel tentativo di non impattare troppo sull’autonomia del telefono. I chip Hurricane sarebbero il 35% più veloci dei chip Twister del “vecchio” Apple A9. Disassemblando Apple A10, Gwennap ha scoperto che i core Hurricane (4.18 mm2) sono grandi almeno il doppio rispetto a molte CPU di fascia alta; lo stesso vale per i chip Zephyr nel confronto con le CPU a basso consumo odierne.

E in questo campo le dimensioni contano, eccome: sebbene i chip A10 risultino meno efficienti rispetto alla concorrenza relativamente al rapporto prestazioni/grandezza chip, di fatto risultano più efficienti nel ciclo di clock in termini di numero di istruzioni per ciclo. “Il vantaggio di Apple sta nella sua abilità di spendere denaro. La maggiore superficie del die (blocco di silicio) costa parecchio ad Apple, specie se consideriamo che il chip è prodotto con tecnologia FinFET a 16nm. Ma dal momento che Apple vende telefoni, e non chip, spendere qualcosa in più per la CPU è di poca importanza di fronte al risultato: un potente smartphone da vendere a più di 800 euro”.

Vedremo adesso in che maniera risponderanno i leader del mercato mobile. HiSilicon ha già risposto con l’ottimo Kirin 960. Qualcomm (il cui Snapdragon 821 è solamente un refresh di Snapdragon 820) e Samsung devono ancora vibrare il colpo.

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