Chi appartiene alla generazione degli anni ’80 forse ricorda l’allarme che venne lanciato sulla scoperta di un enorme buco dell’ozono sopra l’ Antartide. Beh, la falla c’è ancora, ma la NASA ha dichiarato che si sta restringendo.

Il buco dell’ozono

Riportiamo l’esempio dell’ Ente Nazione per le attività Spaziali e Aeronautiche degli Stati Uniti d’America. Lo strato di ozono può essere visto come un velo difensivo sulla Terra, che ha lo scopo di bloccare le radiazioni ultraviolette del Sole, proteggendo gli abitanti della Terra come la crema solare idrata e protegge l’uomo in estate. Si tratta, quindi, di uno scudo fondamentale per lo sviluppo della vita, da preservare per garantire un futuro al Mondo.

L’America sta studiando il fenomeno del buco dell’ozono dal 1985, attraverso l’utilizzo di satelliti, palloni aerostatici dotati di sonde e di altri strumenti. E’ stata osservata, in tutti questi anni, una grande variazione dell’estensione del buco. Nel 2017, ad esempio, ha raggiunto il picco di espansione l’11 Settembre, per poi avviare un lento restringimento.

Non è, però, una bella notizia. Secondo la NASA, il fenomeno è dovuto alla variabilità naturale e non ad un processo di guarigione. Il buco dell’ozono, quindi, non si sta restringendo per merito dell’uomo, ma per la varietà del clima della Terra.

Infatti, il buco dell’ozono sta subendo l’influenza di un instabile e caldo vortice sull’Antartide, un fenomeno di bassa pressione nella stratosfera che si muove in senso orario proprio in prossimità del buco. Questo evento meteorologico aiuta a diminuire la formazione di nuvole nella stratosfera, responsabili del processo di catalizzazione di cloro e bromo che porta alla distruzione dell’ozono.

Il restringimento non è per mano dell’ uomo

Attualmente, dunque, l’estensione del buco è di circa 20 milioni di chilometri quadrati, grande, ovvero, circa due volte e mezzo l’Australia. Era dal 1988 che non si raggiungevano tali dimensioni e gli scienziati stimano che per tornare a quelle del 1980 occorrerà attendere fino al 2070.

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