Il Note 7 ha smesso di combattere. Dopo una lunga agonia, Samsung ha deciso di staccare la spina al suo sfortunatissimo phablet, che in parecchi paesi non ha nemmeno mai visto la luce. Con un breve comunicato stampa, l’azienda coreana ha ammesso di aver sospeso definitivamente la produzione del Note 7. Solamente ieri, in seguito al blocco delle vendite imposto dai quattro maggiori operatori telefonici statunitensi, Samsung aveva deciso di sospendere le vendite e le sostituzioni dei Note 7 originali a tempo indeterminato, invitando gli utenti a restituire i propri terminali presso i negozi in cui erano stati acquistati per ottenere un rimborso o ricevere un Galaxy S7 o Galaxy S7 Edge in sostituzione, con una gift card da 25 dollari in omaggio. Ma si trattava solamente del preludio all’esecuzione del requiem per il Note 7.

Samsung Galaxy Note 7

Il Note 7 avrebbe potuto essere un gran telefono: coloro che hanno avuto la possibilità di recensire il prodotto –  uscito probabilmente troppo in fretta nel tentativo di anticipare l’iPhone 7 di Apple – hanno espresso pareri molto positivi nei confronti del phablet di casa Samsung, dotato di una componentistica hardware di primissimo livello, impermeabile all’acqua e caratterizzato da uno schermo di qualità molto elevata. Ma un telefono a rischio combustione con una incidenza del difetto pari a 24 unità per ogni milione di terminali distribuiti non poteva che fallire il suo appuntamento con l’Olimpo degli smartphone. L’immagine del Note 7 è stata in verità immediatamente e irrimediabilmente macchiata dai primi incidenti, alcuni dei quali hanno causato il ferimento di persone e il danneggiamento di beni materiali. Alcuni veicoli hanno preso fuoco a causa dell’esplosione della batteria di un Note 7, mentre alcuni ex-possessori del telefono dovranno convivere con cicatrici permanenti dovute a gravi ustioni.

samsung abbandona produzione note 7

Nel momento in cui si è compreso che anche i modelli aggiornati erano afflitti dallo stesso problema, è stato chiaro che il destino del Note 7 era ormai segnato. Alcuni modelli di ricambio hanno inoltre causato incendi, l’evacuazione di un aereo e persino il ricovero di un utente per intossicazione da fumo. La conta dei danni è impietosa per Samsung: le azioni della compagnia hanno oggi subito una flessione dell’8%, causando una perdita di capitalizzazione di 17 miliardi di dollari. Il danno economico dovuto alla sospensione della produzione e al richiamo globale di tutti i telefoni presenti in circolazione ammonta ad una cifra molto simile, peraltro facilmente calcolabile se si considera che Samsung prevedeva di vendere almeno 20 milioni di unità. Ma il danno peggiore è stato sicuramente quello d’immagine: un 2016 cominciato coi fiocchi grazie al grande successo dei Galaxy S7 e S7 Edge si è trasformato in un vero e proprio incubo per il produttore, che cercherà in tutti i modi di far entrare nell’oblio la vicenda del Note 7. Noi cercheremo di ricordarcelo per le sue eleganti finiture e per le sue ormai proibite linee suadenti: speriamo naturalmente di non doverci mai più trovare di fronte alle immagini di smartphone Samsung orribilmente deformati e accartocciati dalle fiamme. In bocca al lupo, Samsung.

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