Come è ormai noto, causa alcuni incidenti che hanno visto le batterie di diverse decine di phablet Samsung Galaxy Note 7 prendere fuoco, l’azienda sudcoreana ha deciso di interrompere immediatamente il circuito della distribuzione del suo nuovo prodotto e richiamare tutti i terminali commercializzati dal momento del lancio, avvenuto solamente qualche giorno fa. Il processo di rientro coinvolgerà un totale di 2.5 milioni di unità che erano state acquistate prima dell’annuncio della campagna di sostituzione.

È facile immaginare come a tali cifre corrisponda un impatto finanziario tutt’altro che trascurabile per Samsung. Koh Dong-jin, direttore della divisione business mobile di Samsung, interpellato in merito non ha saputo fornire informazioni precise, preferendo rilasciare una semplice, laconica dichiarazione: si tratta di una “cifra da spezzare il cuore”. Una cifra che, stando ai calcoli degli analisti, è stata quantificata all’incirca in un miliardo di dollari.

Uno dei Note 7 resi inservibili dalle batterie difettose

Fortunatamente per Samsung, la cui attività procede a gonfie vele, tale cifra corrisponde a meno del 5% del profitto previsto per l’anno in corso. Va inoltre considerata la possibilità che la compagnia responsabile della distribuzione delle batterie difettose (il cui nome non è stato ancora rivelato) possa sostenere parte del costo di richiamo. Al momento, circa il 70% delle batterie per Galaxy Note 7 è fornita da Samsung SDI Co., mentre il restante 30% è affidato alla cinese Amperex Technology.

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