La scritta Don’t Panic sull’infotainment della Roadster, la posa naturale di Starman a bordo dell’auto, con il braccio appoggiato fuori dal finestrino, il lancio del razzo sulle note di “Life on Mars” di David Bowie: tutto ciò basta per definire l’eccentrico, il visionario e l’intrattenitore Elon Musk. L’evento che si è tenuto ieri a partire dalle 21:45 ora italiana è stato, infatti, uno spettacolo. Il risultato è stato eccezionale, anche se qualcosa non è andato perfettamente come sperato.

Lancio Falcon Heavy – Cosa SI e cosa No

La partenza, avvenuta con circa due ore di ritardo a causa delle condizioni meteorologiche poco favorevoli, è avvenuta senza intoppi. E’ stato un evento unico assistere all’accensione dei motori dei tre booster che componevano il primo stadio del vettore, capaci insieme di generare una spinta di 2.300.000 kg forza, un’ emozione, invece, guardare la discesa perfetta e in sincrono dei due Core esterni, a dimostrazione della grandezza di SpaceX, l’azienda che punta in alto.

Purtroppo l’atterraggio del Central Core sulla piattaforma oceanica non è andato a buon fine. La stessa SpaceX ha dichiarato che il booster centrale ha attivato, in fase di discesa, solo uno dei tre motori Merlin, motivo che lo ha portato a schiantarsi alla velocità di 300 miglia orarie a circa 90 metri dal punto di ammaraggio.

E la Tesla Roadster?

La supercar di Elon Musk sta attraversando, in questo momento, lo spazio. Pare, però, che il viaggio verso Marte dovrà subire una lunga deviazione a causa di un imprevisto. Nelle ore immediatamente successive all’immissione dell’auto in orbita, sono state effettuate manovre dimostrative per L’ Aeronautica degli Stati Uniti d’America, al fine di esaltare le capacità del razzo, prima di attivare il propulsore in direzione del Sole.

Dirigersi verso la Stella permetterebbe al modulo di sfruttarne l’attrazione gravitazionale, in modo da ottenere un’elevata accelerazione, seguendo un’orbita che gli consentirebbe di sfuggire dalla gravità del Sole e di dirigersi con la velocità necessaria verso la destinazione.


Come affermato da Elon Musk stesso, però, la potenza erogata dal propulsore è stata eccessiva, fornendo una spinta che ha portato il modulo ad imboccare una traiettoria diversa da quella originaria. La Tesla Roadster, dunque, potrebbe anche non intercettare Marte, finendo, invece, sulla fascia di asteroidi che separa il pianeta rosso da Giove.

In SpaceX non sono preoccupati. Elon Musk lo aveva dichiarato che le possibilità di un successo completo dell’operazione erano molto basse. Si può parlare, in ogni caso, di vittoria, in quanto il lancio di ieri comporta l’inizio di una nuova era per l’esplorazione spaziale. La capacità di riutilizzo di Falcon Heavy garantirà missioni spaziali a basso costo. Si potrebbe utilizzare il razzo per collocare in orbita moduli per la Stazione Spaziale Internazionale, ad esempio, con un costo di appena 90 milioni di dollari a lancio. Un dispendio di risorse economico nettamente inferiore rispetto al miliardo di dollari che necessita l’invio nello Spazio di un razzo della NASA.

L’attenzione di tutti è ora rivolta verso le prossime missioni di Falcon Heavy, previste nel corso del 2018. Caro Musk, stupisci ancora!

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