Huawei P40 Pro è uno di quegli smartphone che aspettavamo con molta impazienza vista l’ottima scia di successo degli ultimi top-gamma di Huawei, in particolare del Huawei P30 Pro dello scorso anno che ha innalzato molto l’asticella per Huawei e che ad oggi rappresenta ancora un’ottimo smartphone per chi cerca un dispositivo di fascia alta con un’ottimo comparto fotografico e spendendo meno di 600€.

La proposta di questo 2020 di Huawei è però più ampia: infatti se fino ad oggi siamo stati abituati ad un trittico di smartphone per ogni famiglia “P” ovvero una versione “lite”, una “standard” ed una “Pro”, oggi il portfolio di P40 si allarga con una nuova variante Pro+.

Quest’ultima in realtà non stravolge molto la scheda tecnica dello smartphone ma principalmente aggiorna il modulo fotografico da una quad-camera ad una penta-camera sul retro che introduce appunto un quinto sensore ottico per lo zoom periscopico 10x con sensore da 8MP  f/4.4 e stabilizzazione ottica dell’immagine.

Per un confronto dettagliato degli smartphone della famiglia P40 vi rimandiamo al nostro approfondimento qui sotto.

Come potete immaginarvi Huawei P40 Pro è uno smartphone che ha ridefinito ancora una volta gli standard già molto alti dell’azienda, sopratutto per quanto riguarda il comparto fotografico che come vedrete più approfonditamente qui sotto si è guadagnato un posto di riferimento per tutti gli altri smartphone per quanto riguarda il comparto fotografico che è allo stato dell’arte ad oggi per uno smartphone.

Purtroppo a mettere i bastoni fra le ruote a Huawei è stata l’amministrazione Trump con il suo ban ai servizi USA-Cina che come oramai saprete hanno di punto in bianco tagliato fuori l’utilizzo dei servizi Google dai prodotti Huawei attuali e futuri. Questo significa che Huawei ha dovuto cercare di adattarsi in tempi molto brevi per cercare di tirare fuori il meglio da una situazione complicata e l’assenza dei servizi Google è stata rimpiazzata con i nuovi HMS ( Huawei Mobile Service ).

Da questo punto di vista Huawei P40 PRO è sicuramente un fuori-categoria anche per quello che riguarda i nostri soliti criteri di recensione: ad oggi siamo abituati a recensire ( e vivere quotidianamente ) con Android e i suoi GMS o iOS di Apple e ritrovarsi di punto in bianco con un dispositivo Android ma senza Google Mobile Service presenta tante sfaccettature che non sono subito palesi e per questo abbiamo deciso di prenderci qualche giorno in più rispetto agli altri dispositivi per testare questo Huawei P40 Pro.

Avevamo già avuto modo di provare il connubio Android AOSP + HMS con la nostra recensione di Huawei P40 Lite ma qui stiamo parlando di un prodotto di tutto altro livello: sulla carta Huawei P40 PRO è un dispositivo potente, elegante, costoso e con un comparto fotografico da urlo. Ma è davvero possibile vivere senza servizi Google su uno smartphone top-gamma come Huawei P40 Pro? E quali sono le aspettative per il futuro tra Google e Huawei e cosa potrebbe comportare per questo P40 Pro e più in generale per tutti i futuri smartphone dell’azienda? Scopriamolo insieme.

Huawei P40 Pro Scheda tecnica

Sistema Operativo Android
Versione Sistema Operativo Android 10 (sernza Servizi Google)
Dimensioni 1582mm x 726mm x 895mm
Peso 203 grammi
CPU Kirin 990 CPU OctaCore,
GPU Kirin 990 CPU OctaCore,
RAM (GB) 8 GB
Memoria interna (GB) 128/256
Pollici Display 658
Risoluzione Display 2630x1200
Tipologia Display OLED
Megapixel Fotocamera 50
Capacita batteria (mAh) 4200

Vai alla scheda completa: Scheda tecnica Huawei P40 Pro.

Huawei P40 Pro Unboxing

Il design del packaging di P40 Pro non si discosta molto dallo stile minimalista dei modelli precedenti così come il contenuto che è in linea con quanto siamo abituati a trovare oggi al suo interno.

Il contenuto comprende:

  • HUAWEI P40 Pro
  • Batteria integrata
  • Caricatore Huawei SuperCharge
  • Cavo USB Tipo-C
  • Cuffie USB Tipo-C
  • Estrattore Scheda
  • Informazioni di garanzia e Guida Rapida

Nella nostra confezione era inclusa anche una cover trasparente in TPU ma trattandosi di un modello di prova non in vendita è probabile che sia stata un eccezione.

Huawei P40 Pro Design

Prime impressioni

Appena aperta la confezione abbiamo fatto girare il dispositivo per qualche minuto tra le mani per avere un primo feeling e già dal primo approccio ci sono diverse considerazioni da fare. Da un dispositivo importante come questo dal punto di vista del prezzo ( stiamo parlando di 1049€ di listino ) non potevamo che aspettarci un feel premium come ci ha sempre abituati Huawei: il feeling costruttivo è assolutamente positivo: solido, compatto e con materiali premium come vetro e alluminio che donano quel feel di lusso che ci si può aspettare da questo tipo di smartphone.

Sono stati fatti ulteriori passi sull’ottimizzazione degli spazi e il display frontale avvolge sui 4 lati il dispositivo lasciando gli spigoli estremamente smussati. Per questa serie Huawei ha introdotto un nuovo stile di design per il vetro frontale che è curvato su tutti e 4 i lati e che Huawei chiama “Quad Curve Overflow”. Praticamente sui lati lunghi la curvatura segue quella del display OLED, mentre sulla parte inferiore e superiore troviamo un effetto del vetro simile a quello dei dislay 2.5D. Gli angoli vengono invece avvolti dalla scocca di metallo.

Frontalmente l’unica sporgenza che si nota è quella del bilanciere del volume e del tasto di accensione collocati sul lato destro del P40 Pro.

Sulla parte superiore troviamo invece la porta infrarossi e un microfono, il lato sinistro è totalmente liscio se non per una tacca nera che è parte del design dell’antenna, mentre in basso troviamo l’alloggiamento per due nano SIM o una nano SIM e una nano SD e lo speaker di sistema.

Notch

Parliamo ora del Notch che è sempre punto di discussione di questi ultimi anni: si tratta di un notch a capsula collocato a sinistra della parte alta del display. Non è certo la soluzione meno invasiva sul mercato ma al suo interno trovano dimora due sensori fotografici, ovvero la fotocamera frontale per i selfie e quello per la profondità di campo. C’è anche un sensore IR per lo sblocco del dispositivo al buio ma vista l’ampia capsula e sopratutto la fascia di prezzo di questo smartphone l’assenza di uno sblocco facciale 3D non sembra trovare alcuna giustificazione plausibile.

Il retro è sicuramente la parte più caratteristica di questo P40 Pro: il grande setup fotografico è rialzato di poco più di un millimetro ed collocato verticalmente nell’angolo in alto a sinistra e nel caso di P40 PRO contiene 4 fotocamere ed un flash dual-tone. Ricordiamo che il modello P40 Pro+ aggiunge una quinta fotocamera telescopica con zoom 10X.

Non sono un’amante delle fotocamere rialzate sopratutto perché sono inevitabilmente più fragili senza un’adeguata cover ma purtroppo quando si tratta di setup fotografici importanti come in questo caso bisogna trovare il giusto compromesso per permettere l’alloggiamento delle ottiche e dei sensori. Il setup fotografico è protetto da una doppia finitura del vetro con le diciture LEICA con le specifiche delle singole lenti. Per il resto il retro del P40 PRO è un monolite di vetro che come potete immaginare trattiene molto bene le ditate e potrebbe risultare molto scivoloso se non facciamo attenzione.

Peso ed ergonomia

Tralasciando per un momento il discorso estetico la prima cosa che si percepisce subito dopo è il peso importante del dispositivo. Stiamo parlando di un peso di circa 210 grammi per P40 Pro, che non si fanno sentire particolarmente in tasca, ma sicuramente in mano.

Giusto per darvi qualche parametro di paragone Galaxy S20+ pesa circa 186 grammi mentre per iPhone 11 Pro siamo sui 188 grammi. In realtà non è tanto il peso del dispositivo che ci scoraggia quanto il suo bilanciamento che risulta più pesante sulla parte superiore sicuramente per colpa dell’imponente dotazione fotografica sul retro.

Questo si traduce in una presa poco comoda e che tende a sbilanciare la presa del dispositivo in avanti sopratutto per chi non ha la presa salda o per chi ha mani più piccole. Peccato perché qualche grammo in meno e sopratutto meglio distribuito avrebbe giovato sicuramente all’ergonomia del dispositivo.

Huawei P40 PRO –  Multimedia

Display

La diagonale di questo Huawei P40 è di 6,58″ (nello specifico 16.71 cm, con superficie di 105.2 cm²) mentre la risoluzione è un Full HD+ con supporto HDR10.

La strada per quanto riguarda i display dei dispositivi di fascia alta per Huawei si è oramai spostata verso i pannelli OLED e in questo specifico periodo uno degli elementi che troviamo sotto i riflettori sugli smartphone è il refresh rate. Attualmente molti dispositivi di fascia alta e in particolare quelli  “da gaming” stanno spingendo sui pannelli con refresh rate a 120Hz o addirittura 144Hz che garantiscono immagini e animazioni di sistema molto più fluide rispetto ai tradizionali 60Hz che troviamo sugli smartphone fino al 2019.

Il display OLED di Huawei P40 Pro ha un refresh rate “solamente” di 90Hz. Si tratta quindi di una via di mezzo tra quanto visto fino ad ora ma che non tocca le performance più alte sotto questo aspetto rispetto alla concorrenza. Ma è davvero così?

In realtà è una scelta oculata e ben voluta da Huawei, infatti all’azienda non manca certo la tecnologia per realizzare display 120Hz ma la scelta dei 90Hz ricade principalmente sul bilanciamento tra performance e batteria. infatti un display a 120Hz consuma sensibilmente più batteria a causa della frequenza doppia di aggiornamento ( rispetto ai 60Hz ) di conseguenza Huawei ha optato per un compromesso per non andare a sacrificare l’autonomia di P40 PRO.

La scelta è probabilmente azzeccata e le animazioni sul display sono fluide sia nella UI che durante le sessioni di gaming e difficilmente un occhio non esperto noterà differenze tra 90 e 120Hz.

Segnaliamo che è possibile optare manualmente per un refresh rate a 60Hz o 90Hz con leggero risparmio energetico nel caso del primo. E’ possibile poi impostare la “risoluzione intelligente” che regola tra FullHD+ e HD+ in base alle applicazioni visualizzate che potranno essere scelte anche manualmente in base ai nostri gusti.

In realtà a quanto pare display di Huawei P40 PRO supporti già i 120Hz ma al momento non vi è la possibilità per l’utente di configurarlo manualmente rimanendo quindi “bloccata” sui 90Hz. Questo significa che nulla vieta che tra qualche mese un aggiornamento di sistema possa permettere la scelta della frequenza di aggiornamento del display tra i 60Hz, 90Hz e 120Hz.

Rispetto alla concorrenza la luminosità del display non è tra le più alte, un limite sopratutto della tipologia di display visto che un AMOLED tende ad offrire una luminosità generale più alta. Stiamo comunque parlando di  buoni valori, infatti con sensore di luminosità disattivato il display OLED raggiunge valori di luminosità che oscillano indicativamente tra i 435 cd/m² e i 570 cd/m² in condizioni ottimali.

Per chi cerca dettagli più tecnici circa il display questo utilizza ( come tutti gli OLED ) un sistema PWM ( Pulse-Width modulation ) per controllare la luminosità con una frequenza che oscilla intorno ai 350/360 Hz. Per quanto riguarda la gamma di colori il display riproduce molto fedelmente le immagini ed il display è risultato uno dei più affidabili da queto punto di vista sopratutto con il profilo di colore Normale, che utilizza uno spazio di colore sRGB più piccolo. La riproduzione dei colori è appagante è molto naturale anche confrontato con gli ultimi dispositivi Huawei come Mate 30 o Huawei P30 PRO.

Gli angoli divisione sono molto buoni e anche molto inclinato il display non ne risente quasi per niente. Sotto la luce del sole si comporta bene anche se la luminosità non elevatissima e i riflessi del vetro potrebbero risultare fastidiosi sotto una forte luce diretta.

Audio

Il comparto audio di questo P40 Pro è affidato ad un singolo speaker sulla parte inferiore del dispositivo e ad un’altro sotto al display che trasmetterà l’audio attraverso piccole vibrazioni di quest’ultimo con una tecnologia chiamata Acoustic Display Technology.

Nel complesso l’audio è buono sopratutto con il display in verticale, infatti quando andremo a fruire di contenuti multimediali in modalità landscape perderemo l’effetto stereo.

Anche qui dobbiamo dire addio al jack audio da 3,5“, una tendenza a cui oramai siamo abituati in favore di una connessione cablata tramite porta USB Type-C oppure senza fili tramite bluetooth.

Performance

Il cuore pulsante di questo Huawei P40 Pro è il potente chipset Kirin 990 5G che come suggerisce il nome incorpora un modulo 5G di cui parleremo a breve ed inoltre presenta una frequenza di clock leggermente più alta del tradizionale Kirin 990 che all’atto pratico si traduce in un boost delle preformance di circa il 9% rispetto alla variante 4G. Ovviamente questo stando ai benchmark, ma per l’uso quotidiano stiamo parlando in entrambi i casi di due SoC dalle prestazioni incredibili.

Anche qui per chi vuole qualche dettaglio in più stiamo parlando di un SoC con processo produttivo a 7 nm+ EUV con 8 core/threads ( 2x Cortex-A76 (2.86 GHz) + 2x Cortex-A76 (2.36) + 4x Cortex-A53 (1.95 GHz, big.LITTLE) con comparto grafico affidato alla ARM Mali-G76 MP16 ( – 700 MHz)

Il modem 5G è un Balong 5G prodotto da Huawei e che supporta il “multi-mode” ovvero è in grado di gestire contemporaneamente lo spettro sub-6GHz del 5G oltre alle attuali reti 4G, 3G, 2G e TDD/FDD

Ad affiancare la il Kirin 990 5G troviamo 8 GB di memoria LPDDR4x he rendono l’esperienza di utilizzo sia della UI che di ogni singola applicazione e di gaming molto piacevole, complice anche la nuova EMUI 10.1. Ricordiamo che Huawei P40 PRO supporta una eSim che può essere usata insieme alla sim fisica, mentre sul lato connettività segnaliamo la presenza il WiFi 6, GPS a doppia frequenza e la USB C 3.1 con uscita video.

Huawei P40 Pro Utilizzo

Batteria

Uno dei cavalli di battagli di questo Huawei è senza dubbio l’ottimizzazione dal punto di vista autonomia. Huawei P40 PRO monta una batteria da 4200mAh e su questo fronte Huawei ha sempre dimostrato grande attenzione anche al grande vantaggio di giocare praticamente in casa, visto che oramai i componenti principali hardware e software sono praticamente tutti  prodotti direttamente da HUAWEI e questo garantisce maggiore controllo e ottimizzazione.

Quando parliamo di lato software ci riferiamo sia all’EMUI 10.1 che oramai ha raggiunto un’ottima maturità sia alla presenza degli HMS che vanno a sostituire i Google Mobile Services, ovvero tutto quel set di applicazioni e servizi in background che su un tradizionale smartphone Android consumano sempre energia in background.

Dalle nostre prove l’autonomia di Huawei P40 PRO è veramente ottima anche in vista di tutti questi piccoli fattori. Riusciamo tranquillamente ad arrivare a quasi 3 giorni di utilizzo e in generale conferma gli alti standard di autonomia visti sui prodotti Huawei.

E’ anche vero però che in questo particolare utilizzo “da quarantena” il carico di lavoro sul dispositivo è molto inferiore: infatti durante i test raramente abbiamo attivato i servizi di geo localizzazione che sono molto energivori. Andrà sicuramente testato meglio “sul campo” ma le prime impressioni sono senza dubbio ottime.

Ma forse uno degli aspetti ancora più importanti è la ricarica del dispositivo: Huawei P40 Pro può essere caricato via cavo fino a 40 watt che si traduce in una ricarica completa da 0 a 100% in circa 82 minuti. Il caricamento wireless è supportato fino a 27 watt e come sugli ultimi prodotti Huawei è presente il reverse charge per caricare altri dispositivi.

HMS e Huawei AppGallery

Arriviamo ora all’aspetto più delicato di questo Huawei P40 PRO: l’assenza dei servizi Google. Come abbiamo ribadito ad inizio articolo il ban commerciale imposto dagli USA alla Cina costringe Huawei a non avere rapporti commerciali con Huawe. Questo significa che seppur il P40 PRO abbia preinstallato Android AOSP ( che ricordiamo è un progetto Open Source e per questo utilizzabile) vengono a mancare il Play Store, le app Google e i relativi servizi Google Mobile Services.

Huawei, così come la maggior parte dei produttori Cinesi, ha dovuto quindi in poco tempo trovare una soluzione alla questione che in questo caso si chiama HMS ( Huawei Mobile Services).

Il primo smartphone senza i servizi Google è stato Huawei Mate 30 Pro e i più recenti sono tutta la famiglia P40 che viene venduta senza servizi Google. Ma cosa significa per l’utente finale l’assenza dei GMS su un dispositivo Android?

L’assenza dei GMS si traduce all’atto pratico nell’assenza del Google Play Store e delle relative app Google ( Gmail, Youtube, Maps etc..) e di conseguenza nell’impossibilità di accedere e installare direttamente tutta la pletora di app presenti sul suo store. Ma uno degli aspetti meno alla luce di questa mancanza è proprio l’assenza dei servizi Google di base ovvero dei GMS e questo implica una serie di effetti collaterali meno palesi.

Senza dilungarci troppo i servizi Google sono una serie di piccole app e servizi ( invisibili per l’utente ) che sono sempre attivi in background e che permettono di usare funzioni basilari come l’accesso al GPS, le notifiche Push delle app, i pagamenti in-app e via discorrendo.

Questo significa che anche se installiamo un app in sideload sul nostro Huawei P40 PRO questa non è detto che funzioni correttamente se utilizza questi servizi Google e se non è stata ancora aggiornata per la compatibilità ai nuovi HMS di Huawei.

Per fare un esempio pratico, potremmo riuscire a installare JustEat ma se questa utilizza i servizi Google per la geolocalizzazione allora non funzionerà correttamente. Allo stesso modo la stragrande maggioranza delle app bancarie non funzionerà e non vi faranno fare il login così come app e giochi che utilizzano il salvataggio in cloud Google. Altri esempi sono Fortnite Mobile che funzionerà solo con login Facebook o Epic Games, così come CoD Mobile che funzionerà solo il login Activision. Tutte le app di food-delivery non potranno geo localizzare la vostra posizione. Altre app come Google Maps si apriranno ma non potremo utilizzare la navigazione o menù laterale di conseguenza trasformandola in un’app per consultare cartine.

Le app più gettonate come ad esempio Facebook, Instagram, WhatsApp, Telegram,   Waze, Chrome, Uber, Skype e molte altre funzioneranno ancora correttamente.

Allo stesso modo gli aggiornamenti delle app potrebbero però rompere la compatibilità con i dispositivi Huawei con HMS rendendole di fatto inutilizzabili da un giorno all’altro. E’ uno scenario in continua evoluzione per questo è difficile e non ha senso scendere troppo nel dettaglio delle singole app.

Ok, credo che avete afferrato il concetto.

Come abbiamo detto ad inizio articolo Huawei sta cercando di tirare fuori il meglio da questa situazione e la sua risposta si chiama HMS ( Huawei Mobile Services ) che in tutto e per tutto vanno a colmare il vuoto lasciato dalla controparte Google.

Non ci dilungheremo troppo nell’approfondimento degli HMS e del loro funzionamento in quanto potete trovare un’ampia panoramica nella nostra recensione di Huawei P40 Lite che rispecchia in tutto e per tutto la situazione presente anche su P40 Pro e che vi consigliamo di recuperare se siete interessati ad approfondire la questione. In questa sezione ci limiteremo quindi adare una panoramica più concreta sulle app e su come allo stato attuale è possibile utilizzare HMS e Huawei Gallery per l’installazione delle app.

Cosa sono i HMS ( Huawei Mobile Services )?

I Huawei Mobile Service sono dei servizi base del sistema operativo che servono per il corretto funzionamento dello smartphone. Alla base troviamo HMS Core, a cui dobbiamo pensare come un piccolo ecosistema software preinstallato sui dispositivi Huawei che vanno a rimpiazzare il funzionamento dei Play services di Google che abbiamo visto poco sopra.

Al centro dell’ecosistema Huawei Huawei AppGallery che rimpiazza Google Play Store ed è quindi la fonte primaria per l’installazione di app e giochi.

Purtroppo ad oggi le app presenti nel Huawei AppGallery sono per lo più indirizzate ad un mercato Asiatico di conseguenza l’80% delle app sono inutili per noi Italiani e anche la qualità dei giochi presenti è di bassa qualità. Huawei sta tuttavia investendo molto aggressivamente per convincere gli sviluppatori ad includere i propri HMS nelle proprie app, anche tramite incentivi, in modo che siano compatibili anche con i dispositivi Huawei.

Tra l’altro se siete sviluppatori Android potete valutare di caricare la vostra app anche su Huawei Gallery. L’inclusione dei servizi HMS è un procedimento  gratuito ( a differenza del PlayStore ) e che impiega circa 10 minuti se abbiamo già un’app caricata sul PlayStore.

Potremo quindi scegliere se affiancare gli HMS ai GMS o creare una build separata avendo così accesso ai tool offerti da Huwei come il Machine Learning. Se interessati invitiamo tutti gli sviluppatori ad approfondire HMS Core sul portale dedicato agli sviluppatori e ricordiamo che Huawei sta investendo molto sul suo ecosistema anche grazie ad iniziative come il Developer Day che si è tenuto a Milano a fine 2019 e che offriva incentivi di 10 milioni di dollari.

E chiaro che Huawei Gallery è un sistema che ha bisogno della complicità degli sviluppatori per diventare quanto più completo e ricco di applicazioni come la controparte Google. l’indipendenza dai servizi Google è un procedimento che richiede del tempo fisiologico in quanto ogni sviluppatore dovrà caricare la propria applicazione anche sulla Huawei Gallery. Ci vorrà quindi del tempo prima che tutte le app raggiungano Huawei Gallery, ma d’altronde Roma non è stata fondata in un giorno e se ricordate lo stesso PlayStore ha impiegato diverso tempo ai suoi albori per popolarsi. Huawei dalla sua ha sicuramente molta più esperienza rispetto al passato così come risorse che velocizzeranno quanto più possibile questa migrazione.

Tutte le app più comunemente utilizzate sono già presenti in Huawei AppGallery ma quando non riusciamo a trovare l’app desiderata ecco che ci viene in aiuto TrovApp, una piccola app installabile da App Gallery che ci aiuterà a trovare e scaricare le app non presenti ancora nella Huawei AppGallery.

Vi abbiamo già parlato di TrovApp in questo articolo e fondamentalmente si tratta di una companion app che funge da motore di ricerca per trovare e installare le applicazioni in side-load sotto forma di file .apk. Questa si appoggia su store di terze parti come AmazonStore o ApkPure per l’installazione e l’aggiornamento delle suddette.

Per il momento se vogliamo installare un’applicazione sul nostro P40 Pro dovremo cercarla innanzitutto nel Huawei AppGallery ( che fornisce aggiornamenti automatici delle app out-of-the-box ) e se questa non è presente allora dovremo fare una ricerca su TrovApp e installarla manualmente e fornendo i relativi permessi.

Qualora l’applicazione sia presente in formato apk. sul sito web ( come l’applicazione di Facebook ad esempio ) verremo rimandati alla pagina del download del file apk da installare ancora una volta manualmente.

Un altro esempio è se vogliamo scaricare Whatsapp verremo rimandati alla pagina web ufficiale per il dowload, mentre nel caso di Facebook e Instagram TrovApp ci proporrà due alternative: verremo rimandati su ApkPure o Amazon AppStore dove è presente l’app Facebook.

Purtroppo questo sistema è ancora un po’ macchinoso e confusionario e sicuramente non adatto agli utenti meno avvezzi alla tecnologia in quanto non è direttamente tutto gestito da Huawei ma dobbiamo affidarci a store e repository di terze party o ai singolo sviluppatori che forniscono il file apk della propria applicazione.

Tuttavia ci teniamo a ribadire ancora una volta che Huawei sta investendo molto negli HMS e siamo più che sicuri la situazione migliorerà sensibilmente nei mesi avvenire; inoltre al momento dell’acquisto di P40 Lite ci verrà fornita una panoramica dell’utilizzo di TrovApp inoltre avremo un servizio post-vendita dedicato per qualsiasi dubbio o problematica relativo al dispositivo.

Se siete inoltre grandi fruitori di contenuti multimediali opratutto di servizi in streaming abbiamo un’altra piccola brutta notizia pervoi: molte app di streaming utilizzano infatti dei certificati DRM forniti da Google (WideWine) e questo significa che le app di streaming come Netflix, Disney Plus, Amazon PRime Video non funzioneranno o potrebbero essere limitate alla riproduzione di contenuti in bassa qualità a 480p.

Se ve lo state chiedendo: si esistono diversi modi per installare Play Services sul nostro Huawei P40 PRO ma vi dobbiamo mettere in guardia. Tutti i workaround presenti per installare i GMS e il Playstore funzionano abbastanza bene ma non avremo mai alcuna certezza sull’affidiabilità di questi metodi.

Affidereste il vostro account Google primario ad apk di dubbia provenienza? Nel nostro caso la risposta è no, inoltre basterebbe un piccolo aggiornamento da parte di Google o Huawei per disabilitare da remoto questa funzione. Infine non essendo un prodotto certificato Google tutta la catena hardware e software di certificati viene meno di conseguenza non sarà comunque possibile utilizzare determinate funzioni come Google Pay. Insomma, è un oceano blu ricco di possibilità e incertezze e solo il tempo potrà dirci come evolverà la situazione ma da cui al momento vi consigliamo di tenervi alla larga a meno che non siete consapevoli di cosa state facendo.

Personalmente ad oggi siamo ancora troppo legati ai servizi Google per trovare in Huawei Gallery un alternativa che ci soddisfi al 100% e così come la maggior parte degli utenti che dipendono molto dall’ecosistema Google. Nonostante PhoneClone trasporti tutte le app e relativi dati non è ancora un’alternativa da cui mi sento di poter dipendere completamente sopratutto per i salvataggi cloud e alcune limitazioni dovute ad app non ancora aggiornate a HMS. Altra nota dolente su cui ho sofferto molto: non vi è alcun assistente vocale. Ovviamente è assente Google Assistant e per il momento non rimane che attendere l’assistente Celia.

Huawei P40 Pro Fotocamera

Insieme all’autonomia l’altro cavallo di battaglia di Huawei P40 PRO è il comparto fotografico. Seguendo la scia di successo dei suoi predecessori come Huawei P30 PRO, che ad oggi è ancora un signor camera phone,  ancora una volta Huawei si conferma come uno dei migliori smartphone per scattare foto e anche la registrazione video è alla massima espressione per uno smartphone.

Ricapitoliamo velocemente la dotazione fotografica principale di questo Huawei P40 PRO:

Fotocamere posteriori:

  • UltraVision 23mm da 50 MP e f/1.9 OIS
  • Sensore ultra grandangolare 18mm da 40 MP f/1.8
  • teleobiettivo periscopico (5x ottico, 125mm) SuperSensing da 12 MP e f/3.4
  • ToF 3D

Fotocamera anteriore:

  • 32 megapixel, f/2.2 (sensore principale e di profondità), sensore IR

Come scatta le foto il P40 Pro? Il sensore principale da 50MP 1/1,28″ è affiancato da un sensore RYYB, ed attualmente è il più grande sensore equipaggiato su uno smartphone. Questo regala ottimi scatti e la fedeltà dei colori è sicuramente uno degli aspetti più concreti di questo nuovo setup fotografico.

Huawei ha deciso di usare il sensore molto grande da 50 megapixel, 1/1.28” e l’uso di questo sensore offre sicuramente vantaggi in termini di dinamica ma dobbiamo considerare gli spazi ristretti in cui deve trovare posto all’interno di uno smartphone. Questo comporta una lente meno aperta e Field of View decisamente ampio per l’ottica da 23 mm.

Per fare un paragone con i cameraphone più recenti di Huawei, il Mate 30 Pro e il P30 Pro usano un sensore da 40 megapixel supersensing da 1/1.7” con un obiettivo f/1.6 e il risultato era un 27mm. Dalla sua il P40 Pro usa un sensore da 50 megapixel da 1/1.28” con un obiettivo f/1.9, più buio, e il risultato è un 23 mm equivalenti di distanza focale.

Le foto vengono scattate a con il sensore principale che nativamente ha una risoluzione di 8192 x 6144 pixel che poi vengono croppate automaticamente andando a realizzare una foto finale da 7280 x 5456 pixel circa, e poi la ridimensiona a 12.5 megapixel per salvarla come Jpeg. Anche qui la poca compressione dei file finale contribuisce ad avere una qualità d’immagine migliore.

Si tratta un semplice downscaling che forse trova poca giustificazione, ma non si capisce perché Huawei abbia scelto 12.5 megapixel come risoluzione finale del file rispetto ai 10 o 12 MP  per uniformare le tre fotocamere, invece ha scelto 12.5 megapixel probabilmente per mantenere il rapporto 1:4 a cui sono abituati gli utenti con i megapixel del sensore da 50MP.

Ottime anche le fotografie macro dove l‘intelligenza artificiale è più gentile e meno aggressiva sull’effetto bokeh che risulta più armonioso.

Anche per quanto riguarda i ritratti troviamo ottimi risultati sia con lo zoom ottico 5X ma sopratutto con lo zoom ibrido 10X che regala ottime soddisfazioni sulla distanza.

Anche le foto grandangolari rendono giutizia all’intero comparto fotografico e sfruttano il sensore da 40 megapixel da 18 mm che ritroviamo anche su Mate 30 PRO, anche se ci troviamo con un grandangolare meno ampio rispetto alla concorrenza e le foto finali non sono così spinte in termini di ampiezza.

Cambia anche il formato delle foto scattate: se le foto fatte con la fotocamera principale e con il telescopico sono in formato 4:3, quelle fatte con il super wide sono in formato 3:2 tendendo quindi ad essere più squadrate.

Sicuramente il campo dove si vedono i risultati migliori di questo setup rispetto a Mate 30 Pro o P30 Pro sono gli scatti in notturna dove i nuovi sensori, anche grazie alla componente software, regalano scatti impeccabili.

Nel complesso l’esperienza fotografica con Huawei P40 PRO è ai massimi livelli e anche un fotografo professionista si potrà divertire tranquillamente. Ovviamente bisogna conoscere un po’ il dispositivo perché offre veramente tante potenzialità e lasciare tutto in mano all’intelligenza artificiale a volte non ripaga con scatti perfetti.

Rispetto ad un Mate 30 Pro e a un Huawei P30 PRO non abbiamo salti qualitativi eccezionali seppur quando scendiamo sul campo di battaglia delle foto con zoom e in notturna allora i P40 Pro non sembra avere rivali.

Huawei ha inoltre introdotto la funzione Golden Snap che permette di eliminare le persone sullo sfondo così come i riflessi sugli specchi. Utili in alcune circostanze anche se a volte l’elaborazione risulta ancora un po’ semplicistica.

Nel complesso Huawei P40 Pro si comporta come un’ottimo cameraphone anche se si percepisce che questo setup ha ancora qualche angolo da smussare a livello software, quindi siamo sicuri che nei prossimi aggiornamenti verranno limati le piccole imperfezioni di elaborazione dell’immagine.

Per quanto riguarda il comparto video abbiamo avuto piacevoli sorprese. I video, fino a 4K 60fps, vengono registrati con il sensore della fotocamera grandangolare da 40MP che garantisce un’ottima qualità e angolo di visione. Molto buoni anche gli effetti di time-lapse e slowmotion.

In ogni caso non siamo fotografi professionisti, di conseguenza se volete snocciolare ogni aspetto del setup fotografico di Huawei P40 Pro vi rimandiamo all’approfondita analisi tecnica di DxOMark che gli ha assegnato un rating di 128 punti a conferma della genuinità del lavoro svolto da Huawei.

Huawei P40 Pro Conclusioni

Ancora una volta Huawei ha rilasciato sul mercato un ottimo cameraphone e dal punto di vista hardware è praticamente intoccabile. A partire dal design fino alle prestazioni del chipset Kirin 990 5G sono in linea con quanto ci si potrebbe aspettare da un top gamma che supera la soglia dei 1000€ di listino.

A partire dal bellissimo vetro “Quad Curve Overflow” e dal display OLED  che riproduce i colori in maniera impeccabile fino all’autonomia eccezionale frutto di anni di ottimizzazione dei singoli componenti e della EMUI. Lo sblocco con il sensore sotto al display ha un’area più ampia rispetto al passato ed è velocissimo, quasi da farci dimenticare l’assenza di un sensore biometrico per lo sblocco 3D sul notch frontale. Forse qualche grammo in meno e un miglior bilanciamento del peso avrebbero giovato all’ergonomia, ma davvero stiamo parlando di piccoli dettagli.

L’altro lato della medaglia lo troviamo invece sul lato software e non stiamo parlando dell’ottima EMUI che giunta alla versione 10.1 è oramai completa e affdiabile quanto all’assenza del PlayStore, dei servizi Google e di tutti gli effetti collaterali che questo comporta sulle altre applicazioni. L’alternativa c’è e si chiama HMS e App Gallery ma al momento Huawei sta chiedendo pazienza ai suoi utenti e sopratutto ai propri fan.

A tal proposito vi ricordiamo che è da poco attiva la Huawei Community: un centro di incontro virtuale per tutti i possessori o i fan degli smartphone Huawei dove sarà possibile scambiare consigli e curiosità così come avere accesso a promozioni e sconti esclusivi sui prodotti Huawei.

Come abbiamo detto più volte Huawei sta cercando di trarre il meglio da una situazione difficile come quella del ban da parte dell’amministrazione Trump e nonostante le buone intenzioni e le risorse per colmare il gap ci siano tutte, l’unica cosa che non può forzare più di tanto è il tempo di adozione dei nuovi HMS da parte degli sviluppatori. Anche se ci sono diversi escamotage per sopperire alla mancanza del PlayStore, molte applicazioni sono ancora assenti e non tutte quelle che installiamo riescono a funzionare correttamente.

Un’altra grande dipendenza da Google è sui certificati DRM che al momento costringono a guardare i servizi in streaming come Netflix solo in SD a 480p.Discorso analogo per gli audio codec Bluetooth più popolari  come aptX e aptX HD che sono assenti.

Un’altra mancanza di cui ho accusato molto la mancanza è un assistente vocale. Acquistare un dispositivo da oltre 1000€ senza alcun assistente vocale nel 2020 è un duro colpo. Ovviamente anche qui Huawei ha la soluzione e si chiama Celia, ma al momento è disponibile solo in Cina e pochi paesi selezionati.

Ad oggi Huawei P40 Pro è una Ferrari con una ruota sgonfia. E’ oggettivamente difficile recensire uno smartphone del genere perché esce fuori dai tradizionali schemi a cui siamo abituati.

Ad oggi il 99% degli smartphone è un connubio di Android + GMS o iPhone + Apple Store di conseguenza è veramente difficile e forse non avrebbe neanche senso dare un voto su questo aspetto per un motivo molto semplice: è uno scenario in continua evoluzione e dipende ancora da troppe variabili. Un’app che oggi funziona domani potrebbe non funzionare più e viceversa, la questione del ban USA – Cina potrebbe evolversi in maniera differente così come le tempistiche degli sviluppatori per reagire all’integrazione degli HMS potrebbe variare.

Huawei P40 Pro è un gioiello non ancora per tutti. Se dipendete molto da Google il passaggio potrebbe ancora essere doloroso. D’altro canto se siete utilizzatori “normali” e non utilizzate app molto specifiche e non giocate con lo smartphone allora troverete in Huawei P40 Pro un dispositivo dall’ottima autonomia che non vi farà rimpiangere una macchinetta fotografica.

Se venite da un Huwei P30 Pro o un Mate 30 Pro le migliorie alla fotocamera non giustificano ancora il passaggio a P40 Pro sopratutto per l’assenza dei servizi Google presenti su P30 Pro. D’altro canto proprio se volete acquistare un dispositivo Huawei ma siete ancora legati a Google il Huawei P30 Pro che si trova a circa 550€ esattamente a metà prezzo del P40 Pro è senza dubbio un’ottima alternativa.

Di una cosa siamo però certi al 100%: Huawei P40 Pro è uno di quegli smartphone che andrà recensito nuovamente tra qualche mese. Magari con l’arrivo dell’assistente Celia e di uno store più ricco di applicazioni ( e con la complicità di un prezzo leggermente ribasso ) Huawei P40 Pro potrebbe risplendere sotto una luce rinnovata.

Ricordiamo che chi acquista ora un Huawei P40 Pro riceverà in omaggio il Huawei Watch 2 per chi registra l’acquisto fino al 5 maggio 2020.

venduto da 

Galleria fotografica Huawei P40 Pro

I nostri voti

Design8.5
Display8
Audio7.5
Utilizzo5.5
Autonomia9
Fotocamera9.5
Rapporto qualità - prezzo7
Voto finale7.9

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Co-fondatore e amministratore di Techzilla. Adora le nuove tecnologie e si occupa principalmente dell'amministrazione, del settore marketing e dell'aspetto grafico del sito.

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