Siete probabilmente a conoscenza del fatto che in tempi recenti Samsung ha avviato una campagna di richiamo per tutti gli smartphone Galaxy Note 7 distribuiti dal momento del lancio. Il produttore sudcoreano è stato costretto dall’elevata incidenza del difetto alle batterie (si è parlato di 24 unità a rischio esplosione per ogni milione di telefoni) ad optare per una soluzione così drastica e costosa. Dopo un lungo e intenso processo di sostituzione dei dispositivi, il cui atto finale è a dire il vero ancora in corso, Samsung ha deciso di reintrodurre il Note 7 sul mercato, partendo dal mercato sudcoreano e statunitense.
Tutti i “nuovi” Note 7 immessi in commercio tramite vendita o in sostituzione di quelli richiamati sono contrassegnati da un codice e un quadratino nero sulla confezione: il quadratino nero indica che si tratta di una unità nuova e dunque non affetta dal problema delle batterie. Allo stesso modo il codice permette all’utente di controllare, tramite uno strumento online, se il proprio Note 7 è esente dalla campagna di richiamo.
Il problema è che nella giornata di ieri un Note 7 considerato sicuro ha preso fuoco su un aereo durante la fase di imbarco, presentando lo stesso medesimo problema delle unità difettose richiamate. Il CPSC (Consumer Product Safety Commission) si è immediatamente attivato per indagare sull’incidente. Al momento non ci sono ancora informazioni ufficiali sull’accaduto, ma gli esperti ritengono che se arrivasse la conferma che il Note 7 incriminato fosse effettivamente un dispositivo “aggiornato” e non uno difettoso finito per errore all’interno di una confezione marchiata dal famigerato quadratino nero, Samsung potrebbe addirittura essere costretta a effettuare una seconda campagna di richiamo, la quale avrebbe chiaramente effetti disastrosi sulle casse dell’azienda e sulla sua immagine.
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