Google ha da poco annunciato Bard, il chatbot destinato a fronteggiare la creatura di OpenaAI, ChatGPT, che negli ultimi mesi ha rapito gli utenti di tutto il mondo ed ha attirato l’interesse di pericolosi concorrenti della casa di Mountain View, in particolare Microsoft, volenterosa di investire cifre da capogiro (circa 10 miliardi di $) per sostenere ed inglobare l’AI all’interno dei propri servizi.

Bard, il cui nome trae origine dal bardo poeta e cantastorie medievale (per non parlare di Shakespeare, conosciuto come Il Bardo di Avon), è stato svelato direttamente dal CEO di Alphabet, Sunder Pichai, che ha sottolineato come il chatbot sarà reso disponibile inizialmente per un piccolo gruppo di beta tester, ma presto l’utilizzo verrà esteso a tutti gli utenti.

Bard – La risposta di Google a ChatGPT

Con Bard, cerchiamo di combinare l’ampiezza della conoscenza mondiale con l’intelligenza, la potenza e la creatività dei nostri grandi modelli linguistici

Le parole del CEO dell’azienda lasciano trasparire emozione ed impazienza. Google non si può più permettere di attendere che la concorrenza mini l’egemonia del motore di ricerca. Soltanto qualche settimana fa all’interno della casa di Mountain View si respirava frenesia da parte dei dipendenti, che vedevano in ChatGPT una minaccia concreta.

Dai piani alti, però, giungeva una imperturbabile politica conservativa; i manager reputavano che Google dovesse attendere più degli altri prima di rilasciare il proprio software basato su AI, poiché certi che l’importanza e l’utilizzo imponente del motore di ricerca proprietario da parte degli utenti di tutto il mondo non consentirebbero passi falsi. L’Azienda rischierebbe molto più di altre!

L’attenzione di Microsoft per il software di Open AI, però, ha smosso l’attendismo di Big G, che ha deciso di accelerare lo sviluppo e l’uscita di Bard, in modo tale da permettere presto agli utenti di interagire con un modello linguistico recente e potente, al fine di completare le ricerche in maniera sperimentale ed innovativa. Bard utilizza, perlomeno, nelle fasi iniziali, una versione semplificata di LaMDA (Language Model for Dialogue Applications, il modello di intelligenza artificiale sviluppato da Google diversi anni fa), soluzione ottimale per garantire performance di livello, dato che il modello richiede una potenza di calcolo minore, consentendo un vasto utilizzo consumer soddisfacente.

Google, con Bard, punta a potenziare la ricerca sul web, integrando il chatbot all’interno del motore di ricerca. Fonti internazionali sono sicure che la casa di Mountain View sostituirà presto il pulsante “Mi Sento Fortunato” con una barra, attraverso cui interagire in maniera naturale con l’AI, sfruttando l’incredibile conoscenza alla quale ha accesso Big G. Pichai, infatti, sostiene che presto saranno disponibili nella ricerca Google nuove funzioni basate sull’AI che semplificheranno richieste ed informazioni complesse, al fine di scoprire di più in maniera semplice attraverso il web.

Bard, dunque, è la risposta a ChatGPT. Google è pronta a dare battaglia a Microsoft. Il futuro sembra scritto e volge verso un uso sempre più massico ed integrato dell’intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni. Siamo in attesa delle prossime mosse da parte dei Grandi del Tech!


Rimani aggiornato su offerte lampo ed errori di prezzo, seguici su Telegram!

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *